Beata Vittoria Rasoamanarivo
Vedova e principessa del Madagascar
Nata nel 1848 da una delle più potenti famiglie del Madagascar, si convertì da adulta al cristianesimo. Divenuta principessa, fu data in sposa a un alto ufficiale dell'esercito, schiavo dell'alcol e delle passioni, ma rifiutò il divorzio, conscia dell'indissolubilità e santità del Matrimonio. Quando nel 1883 una persecuzione portò all'espulsione dei missionari e i fedeli cattolici vennero accusati come traditori, Vittoria continuò a professare la sua fede apertamente, facendosi protettrice della Chiesa a corte e incoraggiando le comunità cristiane alla perseveranza. Donna di profonda preghiera, trascorreva ore in chiesa e si dedicò a innumerevoli opere di carità in favore di poveri, prigionieri, abbandonati, lebbrosi, divenendo per i suoi conterranei un modello di inculturazione della fede: «Noi ammiriamo in lei una donna a cui è stato concesso di unire meravigliosamente quello che ha ricevuto dalla tradizione e dalla cultura malgasce con quello che ha ricevuto dalla luce del Vangelo» (Giovanni Paolo II, Omelia per la beatificazione, 30 aprile 1989).