Beato Giacomo (Iacopo) da Varazze
Arcivescovo di Genova
Nel 1244 entrò nell'Ordine Domenicano a Genova, portandovi un'intelligenza eletta e un cuore di santo e d'artista. Acquistò ben presto fama di santo e di dotto, ma sua unica ambizione fu di porgere al maggior numero di anime il pane della celeste dottrina. Ebbe il dono di conquistare i cuori, e le antiche cronache ci affermano che fu uno dei più famosi e fruttuosi predicatori che avesse allora l'Italia. Fu religioso perfetto, amante della Regola, per questo, due volte, fu chiamato a reggere la Provincia di Lombardia. I Sommi Pontefici fecero gran conto di lui e gli affidarono delicatissimi incarichi. Inviato da Papa Nicolò IV a Genova per riconciliare la città, colpita da Interdetto, con la Santa Sede, si comportò con tanta soddisfazione dei genovesi, che clero e popolo, chiesero in grazia, nel 1292 di averlo come loro Arcivescovo, dignità che egli già un'altra volta aveva rifiutato. Costretto dall'obbedienza ad accettare, si dimostrò specchio di pastore. Le sue predilezioni furono per i poveri. Compose la pace fra i cittadini, che da oltre cinquant'anni si distruggevano con guerre fratricide. Nonostante le fatiche della predicazione, e le molteplici cure dell'episcopato, trovò tempo per scrivere moltissime opere, tra cui la più famosa e la più popolare è la "Leggenda aurea", dove narra la storia dei santi, seguendo l'anno liturgico di cui illustra le maggiori festività. Fu definito capolavoro di pietà e di sapienza. Tradotto in tutte le lingue, per secoli ha nutrito la fede d'intere popolazioni.