Beata Raffaella Santina Cimatti
Questa suora ha condotto una vita umile e nascosta e ha svolto con intelligenza e serenità un servizio costante ed eroico in favore degli ammalati. «Quando non era intenta alla cura degli ammalati, era in preghiera davanti al Sacramento; e le sue mani quando non erano al servizio del prossimo, scorrevano sui grani del Rosario». Maria Raffaella, nata a Faenza nel 1861, entrò a far parte delle Suore Ospedaliere della Misericordia, svolgendo in vari ospedali la sua professione di infermiera. Amabile, allegra e cordiale dimostrava che l'ospedale non è solo il luogo dove si soffre e si muore, ma è anche un ambiente dove si possono esercitare le virtù umane e soprannaturali, e sapeva stare accanto agli ammalò come solo una madre sa fare: «Ogni suora ospedaliera deve essere la mamma di chi soffre». Per le proprie consorelle fu una superiora attenta e gentile. Una sua consorella annotò: «Non si dava arie per l'ufficio di superiora che ricopriva, ma si considerava la serva delle suore, aiutandole nel lavoro. All'occorrenza amava anche rammendare e confezionare le calze delle consorelle».