Beata Antonia Mesina
Martire della purezza
Seconda di dieci figli, nacque nel 1919 a Orgosolo (Nuoro). La famiglia, di modeste condizioni, era mantenuta dal padre che faceva la guardia campestre. Antonia si formò alla scuola della Gioventù Femminile d'Azione Cattolica: ne fece parte come "beniamina" e poi come socia effettiva. Il 17 maggio 1935, dopo aver partecipato alla Messa, si recò con un'amica di nome Annetta nel bosco circostante per raccogliere la legna. All'improvviso un giovane compaesano l'assali alle spalle, cercando di abusare di lei. Annetta corse immediatamente a cercare aiuto, mentre il tentativo di violenza del giovane trovò un deciso rifiuto da parte della ragazza. Accecato dal rifiuto, l'aggredì massacrandola a colpi di pietra: si contarono ben 74 ferite. Antonia aveva solo 16 anni. Il giovane (che successivamente si pentì di quello che aveva commesso) fu condannato a morte e la sentenza fu eseguita due anni dopo. La vita virtuosa di Antonia e il suo impegno in parrocchia a sostegno dell'ideale della castità furono attestati da numerosi testimoni. Giovanni Paolo II l'ha beatificata il 4 ottobre 1987.