Sant'Andrea Bobola
Martire
Figlio di nobili polacchi, a vent'anni Andrea (1591-1657) entra fra i Gesuiti e diventa sacerdote nel 1622, con l'incarico della predicazione. Ha una fede tranquilla, nutrita di studi e stimolata da un vivace gusto personale per il confronto con chiunque. Di lui si può dire che non può vivere senza predicare. Ammirano il suo coraggio i cattolici, ma pure molti cristiani dissidenti. E i nemici lo chiamano "cacciatore di anime", con una avversione che è anche un riconoscimento al suo coraggio, al suo "gridare dai tetti", sempre e davanti a chiunque. Una rivolta di cosacchi al servizio dell'Impero russo (nemico della Polonia) scatena persecuzioni, con chiese e conventi messi a fuoco e cattolici terrorizzati. Andrea rimane lì, a predicare tra i disastri, incoraggiando e sostenendo i perseguitati. Dopo aver massacrato ebrei e cattolici, i cosacchi catturano anche Andrea e lo uccidono dopo molte sevizie. I patimenti che ha dovuto soffrire fanno del suo martirio uno dei più crudeli della storia, come confermato da esami medici postumi. È venerato come patrono della Polonia.