Santi Gervasio e Protasio
Martiri
Scoppiata la persecuzione contro i cristiani, Vitale viene arrestato e dopo aver subito varie torture per farlo apostatare dal cristianesimo, il giudice Paolino ordina che venga gettato in una fossa profonda e ricoperto di sassi e terra. La moglie Valeria vorrebbe riprendere il corpo del marito, ma i cristiani di Ravenna glielo impediscono, allora cerca di ritornare a Milano, ma durante il viaggio incontra una banda di villani idolatri, che la invitano a sacrificare con loro al dio Silvano; lei rifiuta e per questo viene percossa così violentemente che, portata a Milano, muore tre giorni dopo. I giovani figli, Gervasio e Protasio, vendono tutti i loro beni, dandoli ai poveri, e si dedicano alle sacre letture e alla preghiera. Dieci anni dopo il martirio dei genitori vengono anch'essi martirizzati. La basilica ravennate, consacrata il 17 maggio 548, è dedicata oltre che a san Vitale anche ai suoi figli Gervasio e Protasio.