Beato Pietro Favre
Gesuita
Il 22 luglio 1534 Pietro celebra la prima Messa, e il 15 agosto successivo è ancora lui a salire l'altare, nella chiesa di Santa Maria a Montmartre, quando sette giovani con alla testa Ignazio pronunciano i voti di povertà, castità e obbedienza, finalizzati al totale impegno missionario. Nasce in quel momento la Compagnia di Gesù, con cinque spagnoli (Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Giovanni Laínez, Alfonso Salmerón e Nicola Bobadilla), più il portoghese Simon Rodriguez de Azevedo, e Pietro Favre della Savoia. Non essendo possibile l'andata in Terrasanta, i sette vanno a mettersi a disposizione del papa Paolo III Farnese in Roma: pronti per ogni servizio alla Chiesa, a qualsiasi livello. Il Pontefice manda Pietro Favre a insegnare teologia all'Università della Sapienza; qualche anno dopo, con la stessa obbedienza, lo troviamo a "fare catechismo" nelle campagne parmensi. Paolo III poi lo richiama, inviandolo in terra tedesca ai "colloqui di religione" tra cattolici e protestanti. La sua opera è così apprezzata che nel 1542 lo chiameranno un'altra volta in Germania. Sempre al servizio del Pontefice egli compie poi missioni in Portogallo e in Spagna (introducendo qui stabilmente la Compagnia di Gesù). Poi riceve l'ordine di tornare a Roma. La sua è una vita faticosissima: Pietro Favre non si fa sconti nelle fatiche, nelle penitenze, nella povertà autentica. Paolo III lo chiama per inviarlo al Concilio di Trento che è incominciato nel 1545. Lui parte immediatamente, ma il suo organismo non regge più, sebbene abbia solo quarant'anni. Giunto nell'Urbe a metà luglio del 1546, due settimane dopo è già morto.