San Fozio di Mosca
Metropolita
Di origine greca, proveniente dalla città di Monembasia, nel Peloponneso, prese fin da giovane gli ordini monastici. Fu nominato nel 1407 Metropolita di Kiev e Vladimir e solo un anno più tardi di Mosca e di tutta la Russia. Inizialmente decise di rimanere a Kiev ma, a causa della forte influenza che in quelle terre aveva il cattolicesimo, nel 1410 si trasferì a Mosca. Nella capitale del Granducato Fozio dovette affrontare un numero elevato di problemi come allagamenti, carestie, pestilenze e incendi, calmaità che negli anni del suo ufficio si erano abbattute sull'intera Russia con grande virulenza. Inoltre, dopo un periodo in cui la sede di Mosca era rimasta vacante a seguito della morte di Cipriano, le casse del Metropolitanato erano state saccheggiate, lasciando la principale carica ecclesiastica russa senza alcun tipo di fondi. A tutto ciò va aggiunto che il nuovo Metropolita al suo arrivo non conosceva nemmeno una parola della lingua russa. Fotius è ricordato come un religioso che aiutò gli indigenti e si prese carico dei problemi della Rus' come nessun altro vescovo straniero aveva mai fatto. Costruì sulle rive del lago Sengo, non lontano da Vladimir, una chiesa e la "casa del silenzio e della preghiera", così chiamata perché spesso vi si rifugiava per trascorrere periodi in contemplazione e meditazione. Nel 1427 affrontò e vinse l'eresia degli Strigolniki, che da quasi un secolo aveva raccolto adepti nelle città di Velikij Novgorod, Pskov e Tver'. All'inizio del 1430, mentre si trovava a Vladimir, fu sorpreso da un attacco mongolo, posto in essere dal Khan Edigei nel tentativo di catturare e uccidere il Metropolita, individuando in quest'ultimo un elemento aggregante del patriottismo moscovita. Riuscito a sfuggire e a rifugiarsi presso il lago, si nascose tra le sue sponde per 3 mesi, fino a quando il Granduca di Mosca non inviò una truppa ad annunciargli lo scampato pericolo e la possibilità di ritornare nella capitale. Leggenda vuole che al suo ritorno a Mosca, il 20 aprile di quello stesso anno, gli fosse apparso un angelo annunciando la sua prossima morte, che si verificò puntualmente due mesi dopo. I suoi resti sono conservati nella Cattedrale dell'Ascensione del Cremlino.