San Settimio di Jesi
Vescovo e martire
Nato in Germania, Settimio si dedicò agli studi liberali e alla vita militare. In contrasto con la famiglia, si convertì al cristianesimo trasferendosi in Italia. Messosi a predicare a Milano, venne costretto alla fuga in seguito alla persecuzione di Diocleziano, nel 303. Recatosi a Roma, operò numerosi prodigi e conversioni al punto che papa Marcello I lo consacrò vescovo di Jesi, dove si scontrò con il giudice Florenzio. Quest'ultimo gli impose di compiere un sacrificio agli dei entro cinque giorni, secondo l'editto imperiale. Settimio continuò ad operare conversioni e miracoli, per cui, allo scadere del termine fissato dal giudice, venne decapitato. Il corpo venne ritrovato nel 1469 e quindi traslato in cattedrale. È venerato come protovescovo della diocesi di Jesi, di cui è il patrono, e considerato il costruttore della prima cattedrale, benché dedicata al Santissimo Salvatore.